Futaleufú

Per José Viñals, in memoriam

Là, dove l’acqua in mezzo alle ceneri
e i larici prigionieri,
nell’inizio esatto
delle parole che formano i fiumi,
– ruffff rufff kürüf (1)–
il vento e il suo suono
incurante della lingua.
Là, dove è inizio
e fine della memoria
il balbettio.

Accade dove le foglie cadono lente
e camminando gli insetti disegnano
la pioggia,
dove le sorsate in amicizia,
ma anche sul confine
dove tutto finisce

Ci sono viaggi dai quali non si ritorna mai.
E’ sempre qualcun altro colui che torna.

(1) Kürüf: vento nella lingua mapudungun, parlata fra Cile ed Argentina

Traduzione di Francesca Marcozzi
(si ringraziano l’autrice e Benedetta de Mari per la collaborazione)